Ieri 5 giugno, dopo quattro anni nelle proprie acque, Amalfi si aggiudica la vittoria nella gara Regata storica delle Antiche Repubbliche Marinare. Iscrive così il propri nome nell’albo d’oro della manifestazione per la tredicesima volta. La città che detiene il maggior numero di successi in questa manifestazione è Venezia con 34 vittorie, segue Amalfi con le sue 13, poi Genova con 10 e chiude Pisa con 8 vittorie.
La Regata Storica è una manifestazione sportiva ed una rievocazione dell’antico splendore delle nostre quattro Repubbliche Marinare, ideata nel 1955 e quella di quest’anno ad Amalfi è stata dunque la 66^ edizione. L’intento dell’evento è quello di dimostrare che sebbene siano passati molti secoli il legame delle quattro città col proprio elemento è, ancor oggi, ben vivo e saldo, come quando quasi mille anni fa le navi delle repubbliche solcava il Mediterraneo creando un ponte tra Oriente ed Occidente.
La manifestazione si svolge ogni anno in un giorno compreso tra la fine di maggio ed i primi di luglio. Le quattro città ospitano la gara a rotazione.
L’imbarcazione che fu scelta per questa gara è il galeone, perché assai vicino alle imbarcazioni più usate a quei tempi, ossia la galea e la feluca.
Al momento della ideazione gli organizzatori fissarono anche le caratteristiche delle imbarcazioni, esse misurano 15 metri di lunghezza per una larghezza di 1,70. Il peso deve rimanere al di sotto dei 760 Kg.
Le prime imbarcazioni, furono realizzate in legno presso i cantieri della Compagnia Gondolieri di Venezia. L’equipaggio è composto da 8 vogatori ed un timoniere che siede a poppa.
La voga è del tipo a sedile fisso ed ogni rematore dispone di una panca larga 23 centimetri, di una pedana per puntare i piedi e di un asse intorno a cui gira lo scalmo. Ogni remo è lungo 2,28 metri ed ha pala della larghezza di 15,5 centimetri con un peso di 6 Kg.
Le prime imbarcazioni, realizzate presso il cantiere della Compagnia Gondolieri di Venezia, erano in legno, ma tale materiale richiedeva una notevole cura per la manutenzione ed il diverso grado e spesso le differenze di peso rilevate, pur se entro le tolleranze fissate erano, troppo spesso, fonte di polemica.
Per questo nel 1983 fu deciso di passare ad imbarcazioni di vetroresina, la cui costruzione fu affidata al cantiere Penco-Vignolo di Genova. Per l’occasione furono apportate anche alcune modifiche per rendere più comode le postazioni di voga, il tutto sotto la sorveglianza tecnica della Federazione Italiana di canottaggio a sedile fisso.
Nel 1994 si provvide ad una nuovo aggiornamento nella realizzazione degli scafi. Quelli la cui costruzione fu affidata al Cantiere nautico di Roncade, furono realizzati facendo ricorso a materiali innovativi come il carbonio ed il kevlar, che rendevano più rigidi gli scafi. Tutte le altre caratteristiche sono rimaste inalterate. Anche le polene che ornano la prua delle imbarcazioni e che avevano un peso notevolissimo, quado erano di legno, sono state realizzate in vetroresina, mentre gli originali in legno sono stati affidati ai musei della marineria.
I galeoni si distinguono per il colore a per la polena posta sulla prua, nel modo seguente:
- Amalfi: scafo azzurro e Cavallo alato a prua.
- Genova: galeone bianco e drago alato sulla prua.
- Pisa: scafo rosso e l’Aquila come polena.
- Venezia: scafo verde e Leone alato sulla prua.
Sul catello di poppa, dove siede il timoniere sono rappresentati gli stemmi delle città.
La competizione si svolge sulla distanza dei 2000 metri, ma il campo di gara varia di volta in volta. Solo ad Amalfi si gareggia in mare aperto, da Vettica alla Marina di Amalfi. A Genova la gara si svolge nelle acque del porto. A Pisa si gareggia sull’Arno0 ed a Venezia in laguna.
Prima che abbia inizio la gara, sfila per le via della città organizzatrice un corteo storico che ricorda eventi e personaggi del tempo della repubblica.
Ad Amalfi il corteo rievoca lo sposalizio di Giovanni I figlio del duca Mansone con la nobildonna salernitana Regale. I costumi dei figuranti, armigeri, dignitari, e uomini d’arme furono disegnati negli anni Cinquanta dallo scenografo Roberto Scielzo.
Il corteo di Genova ricorda la presa del potere dei Dogi e la figura di Guglielmo Embriaco, che, dalla I Crociata, riportò a Genova il Sacro catino, che, secondo la tradizione era stato usato da Gesù nel corso dell’Ultima cena. Insieme a lui sfila Caffaro di Caschifellone, suo biografo. Introno figure di soldati, mercanti e popolani.
A Pisa si rievoca l’impresa di Cinzica de’ Gismondi che, in una notte del 1004 salvò la città da un assalto dei saraceni. Sono presenti le figure dei consoli, del podestà, del Capitano del popolo, oltre a soldati, trombettieri e timpanisti.
A Venezia viene rievocata la donazione dell’isola di Cipro alla Serenissima da parte di Caterina Cornaro, nobildonna veneziana e regina dell’isola. In corteo si può vedere il doge, i senatori, mercanti, soldati ed il Capitano da mar, ossia l’ammiraglio della flotta. In testa sventola il vessillo di san Marco donato alla Repubblica da papa Alessandro III, per ringraziarla della mediazione sostenuta tra papato e Comuni.
Quest’anno si è avuta ad Amalfi una novità. Per la prima volta si è svolta una gara con equipaggi misti, quattro uomini e quattro donne sulla distanza dei mille metri. La vittoria in questa gara, sempre a bordo di galeoni, è andata all’equipaggio di Genova. Avendo però Amalfi vinto la gara maggiore, toccherà alla cittadina campana l’onore di custodire il trofeo in oro e argento, fino alla prossima edizione della competizione.
Foto di Gianfranco Esposito